European Accessibility Act 2025: cosa cambia per l’accessibilità nei siti web
Indice
- Cos’è l’European Accessibility Act
- European Accessibility Act in Italia
- A quali servizi e prodotti si applica
- Chi deve adeguarsi alla Accessibility Act
- Termini e periodi di transizione
- Sanzioni per la mancata conformità all’European Accessibility Act
- Come adeguarsi all’European Accessibility Act
Oltre 80 milioni di persone nell’UE vivono con una qualche forma di disabilità. Con una società che invecchia, il numero è in aumento.
A partire dal 28 Giugno 2025 entrerà in vigore in Italia l’European Accessibility Act (EAA), una direttiva adottata dal 2019 che stabilisce dei requisiti minimi di accessibilità a livello europeo per una serie di prodotti e servizi. Mira a rafforzare il diritto delle persone con disabilità ad accedere a beni e servizi disponibili nel mercato interno dell’UE.
Tra i prodotti e servizi coinvolti ci sono anche i siti web e le applicazioni mobili, dal 28 Giugno 2025 dovranno essere accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità.
L’accessibilità digitale non è soltanto una questione normativa, ma rappresenta un impegno sociale e una leva strategica per migliorare l’esperienza utente e la visibilità online.
Ma in che modo cambia lo scenario con l’introduzione dell’European Accessibility Act (EAA) in Italia? Chi sarà tenuto a conformarsi? E soprattutto, quali sono le azioni che le aziende devono intraprendere per essere conformi, evitando rischi legali o penalizzazioni in ottica SEO?
Scopriamolo.
Cos’è l’European Accessibility Act (EAA)
European Accessibility Act (EAA) rappresenta una tappa fondamentale per l’accessibilità digitale.
L’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882) è una normativa europea che stabilisce requisiti comuni per rendere accessibili prodotti e servizi digitali alle persone con disabilità. L’obiettivo è abbattere le barriere tecnologiche e garantire un mercato unico accessibile, favorendo l’inclusione e la partecipazione attiva di tutti i cittadini.
L’obiettivo dell’atto è uniformare i requisiti di accessibilità per specifici prodotti e servizi, così da favorire il corretto funzionamento del mercato unico europeo. Questo viene fatto eliminando e prevenendo le barriere causate dalle differenze tra le normative nazionali. La normativa è pensata per portare benefici sia alle imprese che alle persone con disabilità e agli anziani.
Accessibility Act in Italia: l’integrazione con la Legge Stanca
L’European Accessibility Act (EAA) si inserisce nel più ampio contesto delle politiche europee per la parità dei diritti e l’inclusione delle persone con disabilità, in linea con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. In Italia, questa direttiva europea si integra con la normativa già esistente in materia di accessibilità digitale, in particolare con la Legge 4/2004, conosciuta come Legge Stanca.
La Legge Stanca, ancora in vigore, impone l’obbligo di accessibilità per i siti web, le app e tutti i contenuti digitali forniti da Pubbliche Amministrazioni e aziende private con fatturato superiore ai 500 milioni di euro annui. Tra gli obblighi previsti ci sono: la pubblicazione annuale di una dichiarazione di accessibilità, l’attivazione di un meccanismo di feedback per segnalare problemi da parte degli utenti con disabilità, e il rispetto di standard tecnici ben definiti.
Dal 28 giugno 2025, l’obbligo di accessibilità digitale si estende a tutte le medie e piccole imprese (cioè le aziende sopra i 2 milioni di euro di fatturato annuo e/o più di 10 dipendenti) che offrono prodotti e servizi digitali ai consumatori con sanzioni fino a 40.000 Euro. Sono escluse solo le microimprese.
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) è l’ente di riferimento nazionale per l’attuazione e il monitoraggio della Legge Stanca, nonché per l’interpretazione delle norme sull’accessibilità digitale. L’arrivo dell’EAA rafforza e amplia questo quadro normativo, estendendo l’obbligo di accessibilità anche al settore privato e a una più ampia gamma di prodotti e servizi digitali, con l’obiettivo di eliminare le barriere digitali e garantire pari opportunità di accesso a tutti i cittadini, senza discriminazioni.

A quali servizi e prodotti si applica la EEA?
La normativa per l’accessibilità digitale si applica a una serie specifica di prodotti e servizi, con l’obiettivo di garantire la loro accessibilità alle persone con disabilità.
Prodotti soggetti alla normativa EEA
- Sistemi hardware informatici per uso generale destinati ai consumatori e i relativi sistemi operativi
- Terminali di pagamento elettronico, come i POS utilizzati nei punti vendita
- Terminali self-service, tra cui:
- sportelli bancomat (ATM)
- distributori automatici di biglietti
- chioschi per il check-in
- terminali interattivi informativi
Sono esclusi i terminali installati come parte integrata di veicoli, aerei, navi o mezzi ferroviari
- Apparecchiature terminali interattive per servizi di comunicazione elettronica
- Apparecchiature terminali interattive per l’accesso ai servizi audiovisivi
- e-Reader, ovvero dispositivi per la lettura di libri elettronici
Servizi soggetti all’EAA:
- Servizi di comunicazione elettronica, con l’eccezione dei servizi di sola trasmissione per applicazioni “machine-to-machine“
- Servizi di accesso ai media audiovisivi, come lo streaming video
- Servizi bancari per consumatori, inclusi home banking e mobile banking
- Libri elettronici (e-Book) e relativi software dedicati
- Servizi di commercio elettronico (e-Commerce), come siti e piattaforme per l’acquisto di beni e servizi
- Siti web e servizi digitali tramite dispositivi mobili, inclusi:
- applicazioni mobili biglietti elettronici
- servizi di biglietteria elettronica
- sistemi informativi per il trasporto (aereo, autobus, ferroviario e via acqua)
Servizi di risposta alle comunicazioni di emergenza indirizzate al numero unico europeo “112”
Le nuove regole si basano sulle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1 – Livello AA, che definiscono gli standard internazionali per rendere i contenuti digitali accessibili a tutti.
Chi deve adeguarsi all’European Accessibility Act?
L’EAA riguarda tutte le aziende e organizzazioni che offrono prodotti o servizi all’interno del mercato europeo, compresi gli operatori extra-UE che forniscono servizi digitali accessibili a cittadini dell’Unione Europea.
In ottemperanza alla Legge Stanca, le imprese con un fatturato medio, negli ultimi tre anni di attività, superiore a 500 milioni di euro, già oggi sono obbligate ad adeguare siti, app e touchpoint digitali agli standard di accessibilità.
Dal 28 giugno 2025 l’obbligo è esteso alle piccole e medie imprese, si applica alle aziende con 10 dipendenti o più e/o con un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro.
Aziende private
- E-Commerce, aziende tech e servizi digitali
Tutti i siti web e le applicazioni che vendono prodotti o erogano servizi digitali devono essere accessibili. Questo vale per marketplace, piattaforme di prenotazione online, servizi di food delivery, streaming, cloud computing e simili. - Banche e operatori finanziari
Gli istituti di credito, le banche digitali e i sistemi di pagamento (come PayPal, Stripe, ecc.) sono tenuti a garantire un’esperienza d’uso inclusiva per tutti gli utenti, anche tramite sportelli bancomat, home banking e POS. - Produttori di hardware e software
Chi produce dispositivi digitali e sistemi operativi (smartphone, computer, e-reader, ecc.) o sviluppa software e applicazioni deve assicurare la compatibilità con le tecnologie assistive come screen reader, tastiere alternative e software di ingrandimento. - Startup e sviluppatori digitali
Le nuove imprese e gli sviluppatori devono integrare i principi di accessibilità sin dalle prime fasi del design, per evitare interventi correttivi costosi e per rispettare fin da subito gli standard europei.
Settore pubblico e fornitori della Pubblica Amministrazione
- Pubbliche Amministrazioni
Siti web, app e servizi digitali di enti pubblici (Comuni, Regioni, Ministeri, scuole, università, ecc.) devono essere accessibili, come già previsto dalla Direttiva UE 2016/2102 recepita in Italia. - Sanità e servizi essenziali
Ospedali, ASL, cliniche e altri enti sanitari sono tenuti a garantire che i portali web, i sistemi di prenotazione e i servizi online siano fruibili anche da persone con disabilità. - Fornitori di servizi alla PA
Le aziende che realizzano software, siti web o piattaforme per la Pubblica Amministrazione devono rispettare i requisiti dell’EAA, indipendentemente da dimensioni o forma giuridica. L’accessibilità è obbligatoria anche per i fornitori terzi.
Le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro) potrebbero essere esentate dagli obblighi dell’EAA, ma è comunque raccomandato valutare caso per caso l’impatto normativo e l’adozione volontaria di buone pratiche di accessibilità.
Termini e periodo di transizione dell’EAA
L’EAA fa una distinzione importante:
- Per i prodotti: Solo i prodotti immessi sul mercato dopo il 28 giugno 2025 devono essere conformi.
- Per i servizi: TUTTI i servizi forniti ai consumatori dopo il 28 giugno 2025 devono essere conformi
Questa distinzione è fondamentale. Per i servizi, non importa quando il servizio è stato creato per la prima volta: se continui a fornirlo dopo la scadenza, deve essere conforme ai requisiti EAA.
L’EAA prevede periodi di transizione significativi per i servizi.
L’European Accessibility Act si applicherà:
- dal 28 giugno 2025 per tutti i nuovi prodotti e servizi;
- i prodotti già immessi sul mercato prima del 28 giugno 2025 potranno continuare a essere venduti fino al 28 giugno 2030, anche se non conformi;
- i servizi già forniti prima del 28 giugno 2025 dovranno essere adeguati entro il 28 giugno 2030, salvo modifiche sostanziali che comportino l’obbligo immediato di conformità.
Sanzioni per la mancata conformità all’European Accessibility Act
Il mancato rispetto dei requisiti previsti dall’European Accessibility Act, recepito in Italia con il Decreto Legislativo 27 maggio 2022, n. 82, comporta sanzioni significative sia per le aziende private che per la Pubblica Amministrazione.
Per le imprese private
Le aziende soggette alla normativa (con più di 10 dipendenti o fatturato superiore a 2 milioni di euro) che non garantiscono l’accessibilità di prodotti e servizi digitali possono incorrere in sanzioni amministrative pecuniarie da 5.000 a 40.000 euro, in base a:
- gravità della violazione,
- numero di prodotti o servizi non conformi,
- numero di utenti coinvolti.
Oltre alle sanzioni economiche, le autorità competenti (AgID per i servizi digitali, Ministero delle Imprese e del Made in Italy per i prodotti) possono:
- ritirare prodotti dal mercato o vietarne la commercializzazione,
- imporre sanzioni in caso di inosservanza delle disposizioni dell’autorità (fino a 30.000 euro),
- aumentare le sanzioni in caso di recidiva o mancata collaborazione durante i controlli,
- sanzionare eventuali organismi notificati che abbiano rilasciato certificazioni non valide.
Inoltre, per le aziende con un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro, è prevista una sanzione aggiuntiva fino al 5% del fatturato, come stabilito dalla Legge Stanca e successive modifiche.
Per la Pubblica Amministrazione
Le PA sono soggette a sanzioni di tipo disciplinare nei confronti dei dirigenti responsabili del mancato rispetto dei requisiti di accessibilità, secondo quanto stabilito dall’art. 9 della Legge Stanca (L. 4/2004). Le misure possono includere:
- richiami formali,
- revoca dell’incarico,
- responsabilità dirigenziale e disciplinare in base alle norme sulla performance.
Inoltre, i contratti per lo sviluppo o aggiornamento di siti e app pubblici sono nulli se non prevedono esplicitamente il rispetto delle linee guida AgID (art. 4, comma 2 della Legge Stanca e circolare AgID n.3/2022).
Infine, in caso di contestazioni, i cittadini possono rivolgersi al Difensore civico per il Digitale, il quale può attivare la procedura di verifica e, se le irregolarità non vengono corrette, può far applicare una sanzione fino al 5% del fatturato dell’ente responsabile.
Come adeguarsi all’Accessibility Act?
Per garantire la conformità da un punto di vista di accessibilità nei siti web entro la scadenza del 28 giugno 2025, ed evitare sanzioni o criticità operative, le aziende devono mettere in atto un piano strutturato, partendo da un’analisi accurata dello stato attuale del proprio sito web, delle app e dei servizi digitali.
L’EAA richiama gli standard WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), in particolare la versione 2.1 e 2.2, che si fondano su 4 principi di Accessibilità:
- Percepibile: le informazioni e i componenti dell’interfaccia devono essere presentabili agli altri utenti così che possano essere percepiti. Gli utenti devono essere in grado di percepire le informazioni che sono presentate. Gli elementi devono essere comprensibili da tutti i sensi.
- Operabile: interfacce utilizzabili da tastiera o tecnologie assistive. L’interfaccia non può richiedere delle interazioni che l’utente non può fare.
- Comprensibile: le informazioni e le operazioni dell’interfaccia utente devono essere comprensibili. Contenuti e navigazione chiari, semplici da usare.
- Robusto: compatibilità con i vari dispositivi e tecnologie assistive. Ciò significa che gli utenti devono essere in grado di accedere al contenuto man mano che le tecnologie avanzano (man mano che le tecnologie e gli agenti utente si evolvono, il contenuto deve rimanere accessibile)
1. Audit di accessibilità
Il primo passo è un’analisi tecnica dettagliata, finalizzata a individuare tutte le barriere che ostacolano l’accesso ai contenuti digitali da parte di utenti con disabilità. L’audit include:
- la verifica della conformità alle WCAG 2.1 livello AA, lo standard internazionale di riferimento per l’accessibilità digitale;
- l’analisi della navigazione da tastiera e della compatibilità con tecnologie assistive (come screen reader e dispositivi alternativi), per garantire l’interazione a chi ha disabilità motorie o visive;
- il controllo del contrasto cromatico e della leggibilità di testi ed elementi grafici, per favorire una corretta percezione da parte di persone con disabilità visive;
- la valutazione dell’accessibilità di moduli online e percorsi di navigazione (come registrazione, checkout, compilazione form), per semplificare le interazioni digitali;
- test con utenti reali, per validare l’efficacia e l’usabilità del sito in contesti concreti.
Al termine viene fornito un report tecnico dettagliato, con l’elenco delle criticità individuate e una roadmap di interventi organizzata per priorità.
2. Implementazione delle attività correttive
Sulla base dei risultati dell’audit, si procede all’adeguamento delle piattaforme digitali secondo i requisiti normativi. Le azioni più frequenti includono:
- l’ottimizzazione del codice per garantire la compatibilità con le tecnologie assistive;
- il miglioramento dell’architettura informativa e della navigabilità, per rendere l’accesso ai contenuti più semplice e intuitivo;
- la revisione dei testi e del linguaggio, con l’obiettivo di favorire chiarezza e comprensione per ogni tipo di utente;
- l’adeguamento di moduli, documenti e contenuti multimediali, così da renderli fruibili anche tramite lettori di schermo o dispositivi alternativi.
A seguito è richiesta la pubblicazione della Dichiarazione di accessibilità sul proprio sito Web (nel caso di PA su AGID).
3. Formazione del personale
L’accessibilità è un processo continuo che richiede competenze diffuse all’interno dell’organizzazione. Formare il team che gestisce i contenuti digitali è essenziale per:
- progettare e aggiornare contenuti accessibili nel tempo;
- comprendere le implicazioni legali, tecniche e strategiche dell’EAA;
- integrare l’accessibilità nei flussi di lavoro aziendali, trasformandola in un elemento di qualità e inclusione, non solo in un obbligo normativo.
4. Monitoraggio e aggiornamento continuo
Una volta raggiunta la conformità, è fondamentale mantenerla nel tempo. Questo comporta:
- verifiche periodiche per assicurare che i contenuti restino accessibili con l’evolversi delle tecnologie;
- l’analisi dell’esperienza utente, per individuare e risolvere nuovi ostacoli all’accessibilità;
- l’aggiornamento costante rispetto ai cambiamenti normativi e alle linee guida internazionali.
Un approccio proattivo alla gestione dell’accessibilità riduce il rischio di non conformità e contribuisce a offrire un’esperienza digitale di qualità, inclusiva e sostenibile nel tempo.
Conclusione: L’importanza dell’European Accessibility Act per il tuo sito web
L’entrata in vigore dell’European Accessibility Act in Italia segna un traguardo cruciale per costruire una società digitale più inclusiva, dove prodotti e servizi online siano accessibili a tutti, senza eccezioni. Per le aziende, adeguarsi a questi nuovi obblighi normativi non è solo un dovere legale, ma un’opportunità concreta per promuovere l’uguaglianza e migliorare l’esperienza di tutti gli utenti.
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